È Sotto la superficie pittorica, che spesso si nascondono significati reconditi, enigmi e misteri. Incognite tutte da scoprire o meglio da svelare, come nel celebre ritratto dei Coniugi Arnolfini.
Il personaggio di Amleto venne spesso utilizzato come metafora, da diversi artisti polacchi, per descrivere lo stato d’incertezza in cui versava la politica polacca e i relativi dilemmi a essa connessi.
Il Duca è raffigurato da Piero della Francesca, nel dittico unitario, noto come Doppio ritratto dei Duchi D’Urbino, dove è possibile ammirare il nobile profilo di Federico da Montefeltro e della consorte Battista Sforza.
In questo piccolo dipinto il celebre pittore solitario, utilizza le maschere, per descrivere con lucida e pungente ironia gli aspetti negativi della società belga. L’artista pone il suo volto al centro di un’umanità corrotto, strana e spaventosa, che spesso nasconde il suo vero volto. Introverso e misantropo, trascorse gran parte della sua vita nella sua città natale, dedicandosi ad una pittura che fu una delle manifestazioni più significative del periodo e della cultura del tempo.
Il pittore manierista è tra i primi a proporre il proprio ritratto riflesso su una superficie convessa, sperimentando con questo dipinto ad olio su tavola gli effetti leggermente distorsivi e bizzarri dello specchio. L’opera è citata ampiamente da Vasari che la citò tra i dipinti di piccolo formato che l’artista portò con sé a Roma, nel viaggio del 1525.