Qualche anno fa, un indimenticabile Rino Gaetano, stella controcorrente del panorama musicale italiano, in un brano esordiva dicendo: “Partono tutti incendiari e fieri ma quando arrivano sono tutti pompieri”.
Nel sesto canto della Divina Commedia, Dante Alighieri posiziona nella terza cerchia dell’Inferno i poveri peccatori di gola, costretti a ingoiare una disgustosa poltiglia originata da una pioggia fredda e scura.
La citazione di Giovenale oltre ad essere straordinariamente profetica sembra anticipare gli scottanti e recenti dibattiti sulle unioni civili, su cosa sia naturale o meno, su cosa o chi possa formare una famiglia e quali siano le regole per crearla. Credo che l’arte possa essere un utile strumento d’analisi per valutare i nostri tempi e allora perché non gettare un occhio al passato. Nello specifico come si ponevano i nostri antenati su questi temi?
La malizia -si sa- è spesso negli occhi di chi guarda, probabilmente fu questa la frase che Michelangelo proferì quando si trovo a difendere il suo operato da un giudizio ben poco universale.
Nata dalla nobile famiglia piacentina degli Anguissola, Sofonisba Anguissola fu una delle prime esponenti femminili della pittura europea nonché della pittura italiana rinascimentale al femminile. Fu determinante la figura del padre, che sfidando i pregiudizi dei contemporanei, concesse alle figlie di studiare letteratura, pittura e musica. Lo stile del pittore lombardo Bernardino Campi, influenzò notevolmente l’artista che ne tradusse i tratti essenziali nell’ambito della ritrattistica.