Jack lo Squartatore alias Walter Sickert

Sulle tracce di Jack lo Squartatore alias Walter Sickert

Jack lo Squartatore alias Walter Sickert

Sono passati 128 anni da quando, lo spietato e noto serial killer “Jack The Ripper”, uccise e sventrò cinque prostitute nel malfamato quartiere di Whitechapel a Londra. Inizialmente nessuno, men che meno la polizia, diede troppo peso, all’omicidio della povera prostituta, vittima come tante del malfamato East End di Londra. L’Inghilterra ancora non sa, che quel primo delitto segnerà l’inizio del più grande crimine irrisolto della storia britannica. L’autore passerà alla storia con il nome di Jack lo Squartatore: ovvero lo pseudonimo con cui si firmò in una lettera spedita a un’agenzia di stampa. Dall’autunno del 1888 a oggi, un esercito sterminato di sospettati è finito sotto la lente d’ingrandimento, tra cui numerosi personaggi storici. Ecco un breve elenco di presunti colpevoli: il Duca di Clarence, nipote della regina Vittoria, sospettato di essersi macchiato dei crimini per insabbiare uno scandalo; Lewis Carroll, accusato di essere il serial killer da Richard Wallace nel libro Jack the Ripper: Light-Hearted Friend, secondo l’autore pare che  il padre di Alice nel paese delle meraviglie abbia celato nel famoso romanzo alcune indizi dei brutali omicidi; Sir William Gull, membro di una loggia massonica e medico personale della regina Vittoria, accusato di essere il serial killer nel film “La vera storia di Jack lo squartatore” con Johnny Depp. Un vero e proprio rompicapo, che a distanza di tempo appassiona e tiene ancora “Scotland Yard” sulle tracce del beffardo assassino, tra i moderni sospettati figurerebbe anche Walter Richard Sickert, tra i più stimati pittori dell’epoca. Perlomeno secondo quanto sostenuto dall’autrice di gialli Patricia Cornwell, certa che il pittore e lo squartatore siano la stessa persona. E’ questa la tesi che domina l’intera trama del libro Ritratto di un assassino: Jack lo squartatore caso chiuso, opera interamente dedicata a smascherare il misterioso omicida seriale. La scrittrice, un po’ Sherlock Holmes un po’ Orazio Kane, ha scandagliato la vita dell’inquietante pittore, svolto ricerche e speso migliaia di dollari per confermare la sua tesi, arrivando ad acquistare la scrivania del defunto Sickert, trentadue opere, e preziosi documenti dell’epoca, tra cui le stesse lettere che lo “squartatore” inviò alla polizia. Sebbene non sia riuscita a trovare le fantomatiche prove schiaccianti che avvalorassero la sua tesi, alcune vicende biografiche sembrerebbero verosimilmente coincidere con quelle del Serial Killer. Se la vita di Jack lo Squartatore è tuttora un mistero, altrettanto ambigua è la figura di questo pittore, che ha influenzato profondamente l’arte anglosassone, ispirando artisti del calibro di Lucian Freud, Francis Bacon, e Winston Churchill che dal pittore si fece ritrarre. Nato nel 1860, Walter Sickert sin da piccolo fu affetto da problemi psicologici in parte causati da un ingombrante figura paterna – Oswald Adalbert Sickert, ricco e talentuoso pittore – fonte di ansia per il giovane, che dovette considerarlo un esempio irraggiungibile. Inoltre una grave malformazione agli organi genitali lo costrinse a sottoporsi a ripetuti interventi chirurgici, lunghe permanenze in ospedale e infine alla sterilità, un ulteriore trauma, che finì per acuire i problemi psicologici. Numerosi indizi di colpevolezza emergono dalle stesse opere di Sickert, dove compaiono con estrema brutalità e dovizia di particolari, donne torturate e morenti, arti mutilati e aguzzini sornioni, a volte in modo sospettosamente simile al modus operandi di Jack lo Squartatore, per il quale il pittore nutriva una forte ammirazione. Inoltre le scene descritte dall’artista, ritraevano spaccati di vita dei quartieri poveri di Londra, luoghi malfamati, tuguri, case di tolleranza, resi con estremo realismo, proprio negli stessi quartieri in cui si aggirava l’omicida in cerca delle sue prede. Ciò si evince nella serie di dipinti intitolati Camden Town murder“, ufficialmente dedicati all’omicidio di una prostituta avvenuto nel 1907, uno di questi dipinti raffigura una donna uccisa sdraiata sul letto e accanto a lei un uomo vestito. La posizione della donna sarebbe quella esatta in cui fu trovata la prostituta Mary Kelly, ancora più inquietante è il dipinto raffigurante quella che la polizia definì “la stanza di Jack”, una camera in affitto a Whitechapel (il quadro è intitolato Jack the ripper’s Bedroom). La scrittrice, inoltre, ha operato un raffronto tra uno schizzo dal titolo Due studi della testa di una donna di Venezia, il dipinto Nuit d’été (1906) e una fotografia di Mary Ann Nichols, scattata nella camera mortuaria, scorgendo numerose analogie. I tre soggetti rivelano una notevole somiglianza. Nel bozzetto dell’artista, la figura ha occhi fissi, spenti da una morte improvvisa, mentre all’altezza della gola scorre una linea scura che potrebbe indicare il taglio eseguito dall’assassino. Il dipinto del 1906 raffigura una donna che giace su un letto di ferro battuto; qui, oltre alla somiglianza fisica, a incuriosire è il titolo del quadro, Notte d’estate: periodo in cui venne ritrovato il corpo della sventurata (31 agosto 1888). L’autopsia rivelò che Mary Ann fu uccisa da un profondissimo taglio che ne recise il collo. Piccolo particolare, le foto identificative della vittima non erano di certo accessibili al pubblico, quindi non esistevano altri modi per conoscerne l’aspetto, se non quello di “essere sulla scena del crimine”. Anche l’epistolario dello “Squartatore” sembra chiamare in causa Sickert, è noto che l’assassino, si beffo dei commissari di polizia, attraverso alcune lettere ironiche, scritte su carta da disegno, impreziosite da schizzi che rivelavano una certa abilità artistica.  Nella prima lettera si legge:

«25 Set. 1888.
Caro Direttore, sento spesso dire che la polizia mi ha catturato, ma non mi fermeranno ancora. Ho riso assai quando si mostrano così abili e dicono di essere sulla pista giusta. Quella barzelletta sul Grembiule di Cuoio mi ha veramente divertito. Mi sono fissato con le prostitute e non smetterò di squartarle finché non sarò preso. Amo il mio lavoro e voglio ricominciare di nuovo. Presto sentirete ancora parlare di me e dei miei divertenti giochetti.  Non diffondete questa lettera finché non avrò fatto un altro po’ di lavoro, poi pubblicatela. Il mio coltello è così bello e affilato che mi viene voglia di rimettermi al lavoro subito se ne ho la possibilità. Buona fortuna.
Sinceramente vostro
Jack lo Squartatore
Non vi dispiacerà che mi dia un nome d’arte
P.S. Non sono stato abbastanza bravo da spedire questa prima di sporcarmi tutte le mani di inchiostro rosso, maledizione. Non sono fortunato. Adesso dicono che sono un dottore. ah. ah.»

Le lettere, scritte su una carta particolare, avevano la medesima, rara filigrana della carta da lettere usata per la corrispondenza dallo stesso Walter Sickert. Ovviamente, comprare carta da lettere nello stesso negozio dove si serve un assassino non costituisce una prova di colpevolezza. Per questo, pur d’incastrare il pittore, la Cornwell ha effettuato delle analisi scientifiche sulle lettere che il serial Killer inviò alla polizia, riconoscendo dietro le missive la “longa manus” di Walter Sickert, che si divertiva a variare contenuti e grafie. Nonostante il DNA parzialmente recuperato da lettere e quadri sia esiguo e compromesso, la Cornwell afferma che alcune sequenze di DNA mitocondriale rinvenuto sulle buste, sarebbero compatibili con quelle trovate sui quadri, e così le parziali impronte. Non si ha dunque la certezza che Walter Sickert, possa essere l’alter-ego del leggendario “Jack lo Squartatore”, e tale dubbio continua ad avvolgere l’immagine dell’uno e dell’altro in una spessa coltre di mistero. Così come dalle tenebre era arrivato, nelle tenebre Jack sparì, portando con sé gli atroci segreti. Jack lo Squartatore alias Walter Sickert,Jack lo Squartatore alias Walter Sickert, Jack lo Squartatore alias Walter Sickert, Jack lo Squartatore alias Walter Sickert,Jack lo Squartatore alias Walter Sickert

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